Ameno 50 minatori hanno perso la vita in una devastante esplosione nella miniera di carbone di Madanjou presso Tabas, nella provincia del Khorasan Meridionale, in Iran. L’incidente mortale, avvenuto la notte del 21 settembre, è un altro duro promemoria della negligenza e del disprezzo di lunga data del regime iraniano per la sicurezza dei lavoratori. Mentre le squadre di soccorso continuano a cercare 24 lavoratori rimasti intrappolati, la tragedia espone il fallimento sistemico del regime clericale nel proteggere la forza lavoro, in particolare nel difficile settore minerario.
Secondo i resoconti ufficiali, l’esplosione è stata causata da un’improvvisa fuoriuscita di gas metano in due tunnel, soffocando i minatori anziché innescare un incendio o un crollo. I lavoratori al momento dell’esplosione sono stati lasciati morire in quelle che molti considerano circostanze che sarebbero state prevenibili, se fossero state applicate le opportune misure di sicurezza.
La negligenza industriale del regime clericale è ben documentata, con incidenti minerari ricorrenti che hanno causato centinaia di vittime nell’ultimo decennio. Nonostante le affermazioni del governo di maggiori ispezioni di sicurezza, il numero di vittime è solo aumentato, riflettendo il disinteresse del regime nell’applicazione degli standard di sicurezza sul posto di lavoro. Il disastro di Madanjou rispecchia incidenti passati, come il terribile crollo della miniera Zemestan-Yurt del 2017, in cui morirono 43 minatori. Eppure, come al solito, il regime non è riuscito a ritenere nessuno responsabile.
il costante disprezzo del regime iraniano per la vita umana, in particolare per la classe operaia, è al centro di questa e di molte altre tragedie prevenibili. In risposta al disastro, attivisti sindacali e critici del regime hanno evidenziato che i ripetuti avvertimenti sulle condizioni non sicure nelle miniere iraniane sono stati ignorati.
Fughe di gas metano, scarsa ventilazione e procedure di emergenza inadeguate sono fin troppo comuni nelle miniere iraniane, dove i minatori lavorano in condizioni molto pericolose per salari miseri.
Secondo i resoconti, 2115 lavoratori sono morti in incidenti sul lavoro nel 1402 del calendario persiano (marzo 2023-marzo 2024), un aumento dell’11,3% rispetto all’anno precedente.