Mai Sato: Aumento delle esecuzioni e intensificazione della repressione in Iran

Mai Sato, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran, ha pubblicato il suo ultimo rapporto, descrivendo la situazione nel paese come grave. Ha denunciato l’aumento drastico delle esecuzioni, la repressione dei dissidenti e la discriminazione sistematica contro donne e minoranze.

Il rapporto, basato sulla risoluzione 55/19 del Consiglio per i Diritti Umani, copre il periodo da gennaio a dicembre 2024, con un focus particolare sulle esecuzioni, le restrizioni imposte alle donne e la persecuzione delle minoranze etniche e religiose.

Uno degli aspetti più preoccupanti è l’aumento senza precedenti delle esecuzioni: almeno 900 persone sono state giustiziate nel 2024, con un numero record di donne tra le vittime. Sato ha chiesto la sospensione della pena di morte, soprattutto per i minori al momento del reato, e ha espresso preoccupazione per i processi iniqui e le confessioni estorte sotto tortura.

Il rapporto denuncia anche la discriminazione strutturale contro le donne, in particolare attraverso l’applicazione della legge sul velo obbligatorio, che ha intensificato la repressione contro le manifestanti. Molte donne hanno subito condanne severe, detenzioni prolungate e privazioni dei diritti sociali.

Le minoranze etniche e religiose, come curdi, arabi, baluci, baha’i e cristiani, continuano a subire discriminazioni, arresti arbitrari e restrizioni ai diritti civili. Inoltre, la censura sui media e la repressione della libertà di stampa impediscono la diffusione di informazioni indipendenti.

L’Iran ha nuovamente negato a Sato l’accesso al paese per un’indagine diretta, ma le Nazioni Unite continueranno a monitorare la situazione tramite fonti affidabili.

La prossima settimana, Sato presenterà il rapporto al Consiglio per i Diritti Umani, esortando la comunità internazionale ad adottare misure urgenti contro la repressione in Iran. Ha sottolineato che senza una forte pressione internazionale, il regime continuerà la sua politica repressiva. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche la resistenza della popolazione iraniana, in particolare di donne e minoranze, sottolineando la necessità di un maggiore supporto per i difensori dei diritti umani.

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