Per coloro che hanno a malapena sentito parlare della dittatura del regime iraniano, la condizione delle donne iraniane possono essere un fenomeno straordinario e sorprendente,perchè in Iran vi è un regime medievale, la cui caratteristica è la misoginia. Questo schema richiede le forme più crudeli di tortura e le punizioni più disumane, come la lapidazione e l’asportazione dell’ occhio. Questi metodi repressivi che vengono adottate purtroppo per la maggior parte dei casi nei confronti delle donne.
le donne in Iran hanno 150 anni di storia di lotta contro la dittatura per l’uguaglianza. Questo è stato un successo per le donne iraniane che hanno avuto un ruolo pionieristico, sia culturalmente che intellettualmente.
I mullah hanno privato le donne dei loro diritti e delle libertà e denigrato le loro posizioni per renderle cittadini di seconda classe. Questa enorme repressione ha dato enorme energia tra le donne in generale.
Le donne hanno partecipato a manifestazioni di massa contro il regime. Sono coinvolte attivamente in reti estese che organizzano manifestazioni. Esse hanno inoltre diretto coraggiosamente i manifestanti in varie direzioni ,contro gli attacchi da parte delle Guardie della Rivoluzione, favorendo alle loro connazionali di manifestare. Esse forniscono assistenza ai feriti e sono fermi nella loro resistenza anche sotto la tortura nelle prigioni del regime.
La loro presenza rappresenta la natura progressiva della rivolta. Dopo tutto, la gestione e l’affermazione della rivolta, che è quello di sradicare il mullah al potere sono state in gran parte influenzate dalla presenza delle donne.
Sulla base di un’analisi obiettiva, possiamo concludere che le donne hanno svolto un ruolo egemonico nella rivolta degli ultimi nove mesi. Questo dimostra ancora una volta che le donne sono la risposta al fondamentalismo e che la sconfitta del fondamentalismo sarà possibile da per mano delle donne.
Aiutare le donne in Iran significa sostenere il movimento per la libertà che contribuisce notevolmente alla resistenza contro il fondamentalismo islamico, che è il maggior nemico contro le conquiste del movimento di parità nel mondo.